Automodel On Line: il portale on line dell'automodellismo dinamico
.

Menu Principale

-- Home 
-- Chat
-- Articoli
-- Mini guide
-- Mercato  Vendo    Compro 

Sezioni  

-- 1/8 Off-Road

Prova: Mantua Model rally race xs gold/light

         (a cura di Enzo Giuliano) 

 

Consigli per il montaggio

Il Kit

  Occorre innanzitutto riconoscere che negli ultimi anni, con l’introduzione di questo automodello, l’azienda mantovana, in passato soggetta a luoghi comuni non certo edificanti, ha molto rivalutato la Sua immagine commerciale in seno agli automodellisti, o almeno, tra coloro che più sono imparziali ed obiettivi nei giudizi, poco inclini alle “mode” e poco riverenti o sottoposti a possibili sponsor commerciali.

Il modello, continuamente aggiornato e riveduto grazie ai dati provenienti direttamente dal mondo delle gare, nella sua versione più recente, si presenta esteticamente alquanto gradevole, non nascondendo una certa grinta ed un carattere dichiaratamente corsaiolo.

Dopo una prima versione originaria di derivazione Off-Road, che ha dominato il panorama rallistico degli anni ’97,’98’,e ’99 la versione più recente, denominata “light”, presenta prima di tutto, oltre alla classica anodizzazione color oro, un alleggerimento globale che ha ridotto il peso del modello di circa 600 grammi, portandolo agli attuali 3.400~3.500 pronto corsa e senza carrozzeria con pacco batterie a 5 unità.

E’ un modello a trazione cardanica tradizionale, con omocinetici anteriori in acciaio, e robustissimi cardani in Ergal per il gruppo centrale e posteriore. La trasmissione prevede un differenziale regolabile a sfere sull’anteriore, palo rigido alleggerito a doppio disco freno sul centrale e differenziale in termodur rapporto 16/12 a 6 ingranaggi al posteriore.

Ho notizie di novità in cantiere, di prossima commercializzazione, che oltre a contenere ulteriormente il peso, aumenteranno notevolmente il potenziale tecnologico del modello incrementandone sensibilmente le già apprezzabili prestazioni.

La scatola è suddivisa in buste numerate contenenti, ciascuna, una sezione smontata del modello ( avantreno, sospensioni, retrotreno, centrale ecc.) che rende con estrema facilità l’idea delle semplici operazioni da effettuare.

Il tutto è corredato di un vero e proprio libro a colori rilegato in plastica, dalla risoluzione grafica eccellente, e dalle istruzioni (in gergo definibili “a prova di scemo”), che costituisce il manuale di montaggio, un vero e proprio compendio.

Il kit comprende anche le gomme, i cerchi, la carrozzeria completa di alettone e decals, nonché gli accessori per il montaggio del motore, tra cui anche la frizione a tre ceppi scomponibile.

Il costo del kit sta nella media di categoria, ma è molto importante tener conto delle offerte della campagna rottamazione con possibilità di risparmiare fino a 400.000 lire. Lasciano un po’ a desiderare soltanto alcune finiture e l’anodizzazione di alcuni particolari, trascurabili ai fini delle prestazioni, che saranno sicuramente perfezionati in un futuro molto prossimo.

 

Consigli di montaggio e set-up

 

            Come ho già detto, il montaggio non presenta assolutamente particolari difficoltà, e non necessita di particolari attrezzi al di fuori dello standard del modellista medio.

            Tuttavia alcuni accorgimenti sono necessari al fine di evitare inconvenienti, usura, giochi e tolleranze eccessive o scarse, e anomalie varie.

            Per prima cosa sconsiglio di effettuare tutte quelle estenuanti operazioni che ho avuto modo di leggere in molti altri siti della rete (bollire le plastiche, limarle per renderle più sciolte, rodare i differenziali sul trapano a colonna e storie varie). Il gioco non vale la candela. Anzi il più delle volte il risultato è stato più deleterio che vantaggioso.

 

 

 

 

Ammortizzatori

 

            Una prima attenzione, va rivolta agli steli degli ammortizzatori prima del loro assemblaggio.

            Questi presentano inizialmente un attrito allo scorrimento riconoscibile al tatto, causata probabilmente dai residui dei processi di lavorazione e tornitura. Attenzione! non si tratta di acciaio scalfito o rigato, ma soltanto sporco di liquido refrigerante ossidato. Procedere alla loro pulitura e lucidatura concorre in modo sensibile ad ottenere la miglior scorrevolezza, ergo, i migliori risultati possibili con minore usura.

            Il mio consiglio è di procedere nel modo seguente:

a)     Immergere gli steli in un contenitore con acetone o meglio trielina quanto basta a sommergerli completamente; coprire o tappare non ermeticamente il contenitore lasciando agire per circa un’ora.

b)     Asciugare con uno straccetto pulito gli steli.

c)     Assicurare uno stelo per volta a un trapano a giri regolabili, meglio se a colonna, lasciando fuori dal mandrino un po’ più della metà dello stelo stesso verificando che durante il moto non abbia a girare eccentricamente. Fate girare lo stelo a velocità media del trapano, quindi strofinatelo tra le dita con del cotone imbevuto di crema lucidante del tipo per auto, o della pasta abrasiva a grana sottilissima, ovvero della carta seta impregnata di olio di grafite. Bastano pochi istanti non occorre certamente “consumare” lo stelo tra le dita!!. A questo punto rieseguite il tutto con l’altra metà dello stelo precedentemente coperto dal mandrino, quindi lucidate con del cotone asciutto, o meglio una pezzuola di cotone pulita, e così via per gli altri steli.

Sarete adesso pronti ad un corretto quanto scorrevole assemblaggio degli ammortizzatori, il buon funzionamento dei quali concorrerà in modo fondamentale, e per un buon 60%, al raggiungimento dell’assetto più performante possibile secondo il tracciato di gara.

Rammento che, tralasciando queste semplici quanto importanti operazioni, si incorrerà sicuramente in una precoce usura degli anellini OR posti tra stelo e camicia con la conseguenza di un comportamento non proprio ottimale della macchina. 

Per quanto riguarda i pistoni degli ammortizzatori, ho trovato un ottimo compromesso apportando sugli stessi due fori da 1.2 mm a 180° l’uno dall’altro, piuttosto che un solo foro da 1.5 mm come da istruzioni. Ho riscontrato ottimale l’uso di oli siliconici più morbidi al cospetto invece di molle più dure; diciamo nell’ordine di olio 350 con molla da 2~2.2 mm di spessore per l’avantreno, e olio 700~800 con molla da 2.5 mm al posteriore. Potrà sembrare assurdo, ma questo set-up si rivela abbastanza neutro; risulta valido su molti tipi di fondo, riducendo, in modo considerevole, i tempi di ricerca del giusto assetto; limita, inoltre, alla sola scelta di un buon treno di gomme, la ricerca di quest’ultimo; consente, altresì, con molta versatilità, l’uso di gomme della stessa durezza su entrambi i treni.

Altro utilissimo espediente si è rivelato sostituire il dado di serraggio dell’attacco inferiore degli ammortizzatori, con una sfera filettata da 6.5 mm sui cui agganciare a scatto l’uniball posto all’estremità inferiore dello stelo. Questa soluzione permette una rapida sostituzione della molla dell’ammortizzatore al fine di individuare quella di volta in volta più adatta al caso.

É molto importante, che l’altezza da terra sia compresa preferibilmente tra 0.8 e 1.0 mm per entrambi gli assi, abbassando eventualmente l’anteriore per ridurre il sottosterzo in attacco curva.

Un’altezza standard da terra, molto versatile, è ottenibile adoperando due coppie di spessori (anziché la sola di scatola) poste tra telaio e montanti sospensioni all’avantreno, col risultato non trascurabile di abbassare il baricentro della macchina senza incidere sulle geometrie e sugli angoli delle sospensioni, e riducendo l’angolo di Caster.

            A questo proposito faccio presente che prossimamente la macchina verrà dotata di un nuovo avantreno completamente ridisegnato che consentirà anche la regolazione dell’angolo di Caster. (Modifica che io ho già apportato al mio in tempi non sospetti con risultati straordinari!!).

 

 

 

 

Plastiche

 

            Altro punto delicato sono le plastiche (Braccetti, montanti, portamozzo, barilotti ecc.). Queste vanno assemblate come da istruzioni, pulendo soltanto dall’esterno i residui e le ribave dello stampo. Una prima impressione è data dalla durezza e dalla ruvidità del complesso durante il funzionamento iniziale senza gli ammortizzatori. Ma al fine di non rovinare irrimediabilmente il tutto, consiglio di non operare alcuna modifica. Assemblate il tutto e senza badare alla scioltezza del movimento, fate rodare la macchina liberamente, curvando spesso anche bruscamente a destra e a sinistra con decisione. Riprovate poi il tutto dopo circa un’ora di funzionamento e noterete che tanto la macchina quanto le sospensioni sono adesso molto più liberi e scorrevoli, col vantaggio che ogni cosa si sarà assestata da sé, nella sua sede o alloggiamento originale, cioè: nel complesso della macchina stessa.

Non c’è alcun bisogno di bollire le plastiche inizialmente. Questa operazione può risultare utile limitatamente ai bracci posteriori inferiori. Il calore dato dalla vicinanza al raccordo di scarico del motore infatti, può causare spesso la deformazione del braccio inferiore sx.

Immergere il braccio in acqua bollente per qualche tempo lo renderà sicuramente più temprato e privo di microvuoti e microbolle, dunque molto più resistente. Chi vuole può invece realizzare una piccola carenatura a protezione del braccio inferiore utilizzando del lamierino d’acciaio prelevato da un vecchio floppy disk.

 

I Perni delle sospensioni

 

            I perni superiori e inferiori che incernierano tra loro i trapezi delle sospensioni sia ant. che post. sono da trattare alla stregua degli steli degli ammortizzatori.

            Per i più pignoli, posso suggerire un piccolo accorgimento che se da un lato contribuisce a ridurre ulteriormente una piccola quantità di peso, dall’altra riduce i tempi di intervento in caso di riparazione o manutenzione, con notevole guadagno anche in termini estetici.

            Con del tondino d’acciaio da 4 mm, ho realizzato copia degli stessi perni, accorciati di circa 8 mm rispetto agli originali, poiché privi delle estremità filettate su cui fissare i dadi autobloccanti da 3 mm che così non vengono più utilizzati. Al centro dei nuovi perni, a mezzo Dremel e mole, (ma si può fare anche con qualsiasi altro attrezzo simile, o piccola lima quadra o triangolino)  ho ricavato piccole sedi piane su cui poggiare i grani da 3 mm che, avvitati attraverso le plastiche filettate in precedenza, bloccano i perni nelle loro sedi. Esteticamente è molto gradevole il pareggio dell’estremità del perno con la plastica priva così dei dadi autobloccanti. In termini di peso bisogna considerare il risparmio dato da circa 8 mm di tondino d’acciaio per n°10 perni e relativi 20 dadi autobloccanti da 3mm, per un totale in condizione statica di circa 45 gr. in meno da portare a spasso. Esattamente il peso statico di un servo medio, o all’incirca di un pacco batteria. Prossimamente eseguirò la medesima operazione impiegando però del tondino di Titanio grado 4.

 

I Differenziali

 

Per il primo montaggio dei differenziali, consiglio di non usare i rasamenti da inserire sul pignone in acciaio dietro ai cuscinetti. Sull’avantreno infatti si può notare come una regolazione media del differenziale a sfere comporti un certo attrito tra corona e pignone. Non è buona norma indurire esasperatamente da subito il differenziale a sfere, ma un buon rodaggio iniziale ci consentirà di ottenere la giusta tolleranza della coppia conica evitando costose rotture. Già dopo 2 ore di funzionamento potete procedere a regolare il differenziale come vi pare, ed a questo scopo consiglio di praticare un foro rettangolare sulla parte superiore della cassa in termodur tra supporto ammortizzatori e barra stabilizzatrice al fine di semplificare al massimo tali operazioni. Potete poi coprire il foro così praticato adattandoci sopra con del velcro, del biadesivo, delle viti, o meglio a pressione, ponendo il bordo sotto la barra stabilizzatrice, un piccolo cofano di Lexanâ trasparente che ricaverete dagli avanzi di una carrozzeria. Per il differenziale posteriore 16/12 occorre montare il pignone sulla cassa privo di rasamenti quindi spruzzare tra corona e pignone qualche goccia di grasso secco al PTFE o al silicone, In modo di evitare rischi di rotture per eccesso di attrito tra le coppie coniche.

Dopo il rodaggio (da 1 a 3 ore), smontate il differenziale e ripulite gli ingranaggi con della benzina. Asciugate ad aria quindi rimontate il tutto caricando con un po’ di grasso al silicone 5000. Questo renderà il differenziale molto libero e scorrevole. Se notate, però, il vostro modello scomporsi in fase di rilascio, dopo aver controllato gomme, molle, ammortizzatori, geometrie e assetto senza esito, ripetete l’operazione al differenziale caricandolo con grasso 20000/30000 max.

 

Barre anti-rollìo

 

            Per un funzionamento ottimale, le barre anti-rollio vanno montate quanto più possibili parallele al telaio quando già stabilita l’altezza da terra della macchina; sono perciò da evitare appendici rivolte all’insù o viceversa. Per ottenere questa regolazione bisogna tenere presente in linea di massima le seguenti misure con cui regolare gli uniball che uniscono le estremità della barra al braccio inferiore:

 

Anteriore: distanza interna tra uniball (vento tra i lembi interni)= 6.5 mm

         Posteriore: IDEM = 9 mm .

 

A questo scopo, accorciare da entrambi i lati la doppia vite, posta a collegamento del braccio inferiore con l’estremità della barra, di circa 3 mm per parte.

             

Conclusioni

 

La Rally Race XS 2000 Gold / light è un modello da gara alla portata di tutti; facile da guidare e da manutenzionare, è tra i più convenienti della categoria nella economicità di acquisto e di successiva gestione. Non richiede particolari conoscenze tecniche e risponde molto bene alle personalizzazioni d’assetto e di struttura. Consente di finire egregiamente una competizione, anche in condizioni critiche, poiché può succedere che alcuni particolari della trasmissione si deteriorino e si usurino precocemente, ma difficilmente si rompono del tutto. Si può avere dunque un calo di prestazioni, ma molto raramente un ritiro per rottura.

Pertanto dopo aver assemblato, assistito e manutenzionato decine di questi modelli, le mie impressioni sono le seguenti:

 

PRO: Affidabilità, robustezza, versatilità, facilità di impiego e reperimento di ricambi, economicità di gestione;

 

CONTRO: Rifiniture in genere; anodizzazione di tipo “cinese” del telaio, supporti ammortizzatori, piastrine rinforzo; precoce usura dei cardani centrali; scarsa protezione del serbatoio, causa spesso molto di rottura del corpo.

 

Auguro il più sincero buon divertimento e buone gare a tutti.

 

Chiunque voglia scambiare opinioni e considerazioni tecniche può contattarmi al seguente indirizzo: enzo421@supereva.it