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 Gianni Marchese non c'è più: lettera di Vito Pietroforte.


Ho cominciato cento volte a scrivere questa lettera, ma non è possibile spiegare cosa si può provare quando si perde un amico di 18 anni appena compiuti, l'ho visto crescere Gianni insieme a mio figlio.
Un ragazzo educato, tanto gentile quanto veloce in pista, ormai erano tre anni che dominava la Rally Game F1 Puglia e Basilicata. Io che spesso ero il cronometrista e speaker delle sue gare non potevo non affezionarmi a lui. Le prime volte che l'ho visto vincere aveva solo 13 anni.
Gianni era un ragazzo calmo, ora che ci penso non l'ho mai visto litigare, non l'ho mai visto arrabbiato anche quando è stato sfortunato e magari per un guasto tecnico della sua vecchia Bergonzoni era costretto al ritiro quando era in testa.
Il suo papà Nino sempre con lui, viveva solo per lui, era orgoglioso di quel ragazzo dallo sguardo vispo, sempre sorridente, sempre sul podio. La mamma sempre con loro, sacrificava la propria domenica per seguire la famiglia sulle piste... la sua stanchezza passava quando vedeva il suo Gianni alzare la coppa e sorrideva.
Quante volte ho detto a Nino che invidiavo il talento del suo ragazzo. Gli dicevo che speravo che un giorno Antonio sarebbe stato come lui.
Tra me e Gianni c'era più che amicizia, vedevo in lui un figlio. Sempre, al termine della finale, andavo da lui e l'abbracciavo indipendentemente dal risultato perchè comunque lui dava tutto se stesso fino all'ultimo giro: le sue rimonte sono memorabili.
Qualche giorno fa l'avevo "raccomandato" a Schepis chiedendogli di assisterlo nelle gare nazionali perchè era il mio pilota di maggior talento. Alla prima gara, Domenica 21 settembre, Gianni aveva risposto con il record della pista, ma il motore, nuovissimo, si era rotto inspiegabilmente.
Prima di andare via mi è venuto incontro e gli ho detto che gli volevo bene. Mi ha sorriso ed è andato via e tornato alla sua vita di ragazzo diciottenne: la scuola, gli amici, la ragazza, il motorino.
Oggi è sabato 27 settembre, domani ho una gara importante: ci sono oltre 30 ragazzi con la 1:10... sto preparando tutto per la gara, ho chiuso il negozio un poco prima perchè mio figlio che solitamente mi aiuta oggi è andato ad un compleanno... preparo le batterie di qualificazione, stampo l'anagrafica degli iscritti. Peccato che a pochi chilometri di qui, a Locorotondo, abbiano anticipato una gara inizialmente prevista per il 5 ottobre: avrei voluto parteciparvi. Avrei incontrato Gianni con la sua nuovissima MZ1 regalatagli dal padre per i suoi 18 anni.
Ad un tratto però suona il telefono: è Marco. "Vito hai sentito cosa è successo? Gianni era in motorino con una ragazza, ad un tratto si è sentito male, si è fermato, si è accasciato al suolo, non respirava più... l'ambulanza, l'ospedale, non c'è stato nulla da fare. Gianni non c'è più"
Non può essere vero! Gianni ha 18 anni, Gianni è magro, atletico, non fuma, non beve. Ti sbagli.
Quasi gli chiudo il telefono in faccia, chiamo gli amici... Ë vero!
Un giro di chiamate per annullare la gara. Ora sono le 17 di domenica 28 settembre 2003, quella che sarà ricordata come la domenica del grande Black-out in tutta Italia.
Stamattina siamo andati andati a Taranto da Gianni. Tantissime persone attorno a lui, i parenti, gli amici... distrutti. Nino mi guarda... Nella mente sento la mia stessa voce: allineamento, via alla uno, via alla due... In prima posizione Gianni Marchese... Giro record di Marchese.
Nelle gare che organizzerò per un anno intero non assegnerò più il numero uno: è di Gianni Marchese!
Il 2003 è stato un anno nero per l'automodellismo italiano. Prima la perdita di Luca Laquale 26 anni, poi Elisa Pellegrini 19 anni, ora Gianni Marchese 18 anni.
Vorrei chiedervi di comprendere il dolore delle famiglie e di fare una preghiera per questi giovani che ora non ci sono più. Vorrei che il grande dolore possa farci riflettere, ci renda più leali, sportivi ed allontani da noi l'aggressività che a volte si vede nelle piste.
Ricordiamoci che il nostro è un semplice hobby, un divertimento che non deve essere fonte di amarezze... Quelle ci pensa la vita crudele a darcele.
 

Vito Pietroforte